I piatti poveri della cucina toscana
La necessità aguzza l’ingegno e anche a
tavola, anzi in cucina, se ne inventano di tutti i colori. Del resto la cucina
Toscana è ricca di ricette povere, scusate per il gioco di parole, ma è così,
non a caso il pane avanzato ne è protagonista (pappa al pomodoro, ribollita,
panzanella…).
Il 27 Gennaio, “giorno della memoria”, è appena passato e,
oltre che ricordaci le atrocità della guerra e delle persecuzioni, ci ha
fatto ripensare anche quanto poco si mangiasse in quel periodo, quanto povera
fosse la tavola.
Le donne, le mamme specialmente, si inventavano piatti “finti”, ricette create per far mangiare e nutrire i loro bambini. Soluzioni intelligenti, ricette fatte con poco e nulla, con ingredienti poveri o addirittura assenti e molta, molta fantasia.
Ecco dunque la “trippa finta”, semplicemente una frittata arricchita di farina per dare la giusta consistenza, tagliata a striscioline che simulano la trippa e condita con una vera ‘pommarola’. O le mezze “braciole”, piccole fette di carne battute fino a farle raddoppiare di dimensione, anche se sempre più fini. Impanante con il pane grattato in casa (anche a pezzetti) e poi fritte. Per contorno fagiolini, ma finti anch’essi: gambo di cavolo nero tagliato in lunghi pezzetti e bollito. E che ne dite di una frittata di spinaci senza uova e senza spinaci? Facile, farina di ceci e ortica… e l’effetto è straordinario, come il suo gusto. Per dolce una torta di bucce di arancia (cucinate come per fare una marmellata) e per finire caffè, ricavato dalla polvere ottenuta dai vinaccioli dell’uva fatti seccare e poi macinati. Tutto questo per fingere che a tavola, il cibo non mancava.
L’immaginazione ti porterà ovunque. (Albert Einstein)