Il genio in cucina: Leonardo Da Vinci cuoco…e non solo

Nel 500° anniversario della morte, Firenze e il mondo ricordano il grande genio con mostre ed eventi (qui di seguito vi segnaliamo quelli previsti a Firenze e Prato), a noi piace ricordarlo per la sua passione per la cucina.

La “cocina” sempre in ordine, il fuoco sempre acceso, una riserva d’acqua sempre bollente, il pavimento sempre pulito grazie a getti d’acqua e spazzoloni; attrezzi per lavare, tritare, affettare, pelare e tagliare; una macchina per togliere i cattivi odori e dare un’aria piacevole e senza fumo.

E poi, lì intorno, la musica, perché la gente lavora meglio e mangia con più appetito.

Queste per Leonardo Da Vinci, erano le istruzioni per la zona “preparazione e cottura” e per la zona “banchetto”. E non è un caso se nell’Ultima Cena dipinge vicino a ciascun commensale una piccola tovaglia per pulirsi la bocca e le mani, il primo tovagliolo della storia dell’arte.

E come non ricordare il prezioso menù fatto per l’osteria chiamata All’insegna delle tre ranocchie – di Sandro e Leonardo, dove il socio, l’amico Sandro Botticelli, pensò bene di disegnare sul menù (per i commensali che non sapevano leggere) i loro piatti: capretto bollito, carciofi, rognone di agnello, cetrioli, carote e la specialità della casa, ranocchie fritte.

Dai suoi scritti sono state recuperate idee di antipasti veloci come: cipolla lessa adagiata su una fettina di formaggio di bufala e sormontata da un’oliva nera a spicchi; oppure: tre fettine di carota cruda ognuna scolpita a forma di cavalluccio marino, con sopra un cappero e una goccia di pasta d’acciughe accanto. Nouvelle cousine d’altri tempi…

Ma la mente leonardesca non si fermò alla creazione di ricette, ideò anche, ve ne avevamo già parlato, di strumenti per la cucina, precursori del frullatore o del girarrosto. Quando morì, nel 1519, esattamente 500 anni fa, Leonardo lasciò metà del suo patrimonio alla fedele cuoca, insieme ai disegni di una serie di geniali invenzioni come il cavatappi, l’affettatrice, il macinapepe e il trita-aglio, ancora oggi chiamato dai cuochi “Il Leonardo”.

A Firenze, da Palazzo Vecchio parte il sogno di riportare alla luce l’affresco perduto, la battaglia di Anghiari che Leonardo dipinse nel salone dei Cinquecento e che non è arrivato fino a noi. Una mostra dal titolo Sulle tracce della battaglia di Anghiari permetterà di riscoprire questa meraviglia perduta, fino al 12 gennaio 2020. Ma molti altri sono gli appuntamenti con Leonardo.

Leonardo da Vinci: eventi e mostre a Firenze per celebrare i 500 anni dalla morte

Se Firenze ha anticipato tutti, con la prima mostra agli Uffizi, dedicata al Codice Leicester che è già terminata, da Palazzo Vecchio parte il sogno di riportare alla luce l’affresco perduto, la battaglia di Anghiari che Leonardo dipinse nel salone dei Cinquecento e che non è arrivato fino a noi. Una mostra dal titolo Sulle tracce della battaglia di Anghiari permetterà di riscoprire questa meraviglia perduta, fino al 12 gennaio 2020. Ma molti altri sono gli appuntamenti con Leonardo e una APP, in 5 lingue, Being Leonardo”, consentirà la visita virtuale dei luoghi di Leonardo in Toscana, un viaggio tridimensionale agli ambienti fondamentali della sua esistenza ricostruiti in 3D, sia osservare le sue avveniristiche macchine sia i celeberrimi dipinti.

A Palazzo Strozzi, dall’8 marzo al 14 luglio, ospiterà un’importante esposizione, in qualche modo propedeutica all’opera del genio: Verrocchio maestro di Leonardo. In mostra capolavori del “maestro” Andrea del Verrocchio e della sua bottega presso la quale si formarono grandi artisti: Botticelli, Perugino, Ghirlandaio e naturalmente Leonardo, del quale saranno esposti alcuni disegni e studi. 

Fogli scelti del Codice Atlantico costituiscono il corpus di un’altra importantissima mostra a Palazzo Vecchio dal 29 marzo. Leonardo da Vinci e Firenze, che andrà avanti fino al 24 giugno. 

I prestigiosi spazi e il chiostro grande di Santa Maria Novella sono lo spazio espositivo per Leonardo e la botanica, una mostra dedicata agli studi scientifici, che potremo ammirare da settembre.

Anche se non aveva seguito un percorso di studi, che oggi potremmo definire “accademico”, Leonardo fu uomo dai grandi interessi culturali e intellettuali, e a testimonianza di ciò ci sono circa 200 libri, sui quali cui si formò.  La biblioteca di Leonardo è la mostra che ci presenterà i testi studiati e amati dal genio di Vinci, con libri originali o riproduzioni. Presso il Museo Galileo da maggio a settembre.

A PRATO
Al Museo del Tessuto fino al 26 maggio è programmata la mostra Leonardo da Vinci, l’ingegno, il tessuto: un racconto originale sul lavoro fatto in merito all’arte tessile, con lo sviluppo e lo studio di macchinari dedicati.