La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria (Prefazione).
L’autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, Pellegrino Artusi, nasce a Forlimpopoli il 4 agosto 1820.
A 31 anni si trasferisce a Firenze con la famiglia e si occupa degli affari paterni vendendo stoffe pregiate, senza mai perdere di vista le sue grandi passioni: la letteratura e la cucina.
Riproduce e sperimenta oltre 700 ricette, aiutato dal cuoco di famiglia (il compaesano Francesco Ruffilli, che si occupava anche degli acquisti giornalieri) e dalla governante fiorentina Marietta Sabatini che lo consiglia sulla cucina toscana.
Ne venne fuori un libro che nessun editore prese in considerazione.
La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene
Manuale pratico per le famiglie
Pellegrino Artusi lo pubblicò nel 1891 a sue spese: tiratura 1.000 copie.
Le difficoltà di distribuzione furono enormi: chi voleva acquistare il libro doveva scrivere all’autore e farsene spedire una copia per posta.
All’inizio ebbe giudizi scoraggianti: il professor Trevisan sentenzia “Questo è un libro che avrà poco esito” e due concittadini di Forlimpopoli che avevano vinto una copia del libro in una lotteria, andarono a venderle dal tabaccaio non sapendo che farsene. È lo stesso Artusi a raccontarlo nella VI edizione nel 1902, sotto il titolo “Storia di un libro che rassomiglia alla storia della Cenerentola”.
All’Artusi va il merito di aver dato rispetto alle tradizioni regionali, realizzando una raccolta di ricette che è anche un trattato di cucina e che propone non solo istruzioni e ingredienti, ma consiglia varianti e riutilizzo di “avanzi”, perché in cucina non si deve sprecare niente.
Dirà: “Amo il bello ed il buono ovunque si trovino e mi ripugna di vedere straziata, come suol dirsi, la grazia di Dio. Amen.“
Ma il successo alla fine arrivò e fu travolgente: in vent’anni Artusi stesso curò 15 edizioni; nel 1931 le edizioni erano giunte a quota 32 e l’”Artusi” (ormai veniva chiamato con il nome del suo autore) era uno dei libri più letti dagli italiani, insieme a “I promessi sposi” e “Pinocchio“.
Si calcola che siano state vendute oltre un milione e trecentomila copie.