Agnelli, leoni, cinghiali e angeli…

Fontane e fontanine per le strade di Firenze

Una volta, passeggiando per le strade infuocate dalla calura estiva, s’incontravano delle utilissimi fontanelle in ghisa che dispensavano acqua fresca e potabile. A Roma, ricca di acqua, ce ne sono ancora a centinaia, le chiamano “nasoni” per la caratteristica forma della cannella. A Firenze se ne trovano ormai pochissime, e si trovano concentrate nei giardini e alle Cascine.

Molte fontane in marmo furono realizzate in tempi passati, non solo per abbellire la città o per celebrare qualcuno e ricordare qualcosa, ma anche per rinfrescare e dissetare i passanti.

La fontana dell’Agnellino si trova in piazza San Simone, sul retro del teatro Verdi. Nacque in seguito alla demolizione del grande lavatoio dell’Arte della Lana, dopo l’abbattimento dell’antica vasca usata dai tintori fiorentini e dalle massaie per il bucato.

La fonte del Leone si trova sulla facciata di palazzo Pitti e fu fatta costruire da Cosimo III de’ Medici nel 1696 adattando una testa leonina, simbolo di potere, con un cannellino in bocca che versa l’acqua in una grande vasca di marmo.

Un nome popolare ma improprio, perché raffigura un cinghiale ferito durante la caccia, è la fontana del Porcellino, uno dei monumenti più conosciuti di Firenze Situata a margine della loggia del Mercato Nuovo, la fontana aveva una funzione pratica oltre che decorativa, perché serviva ai mercanti sotto la loggia. La collocazione originaria era davanti all’omonima farmacia “spezieria del Cinghiale”, lungo via Por Santa Maria e fu spostata per agevolare il traffico.

Il tabernacolo delle Fonticine, uno dei più bei tabernacoli di Firenze, in via Nazionale, a pochi passi dal mercato di San Lorenzo.

Sormontata da una bellissima pala dei Della Robbia, è dotata di una

una vasca marmorea sostenuta da zampe leonine. Sopra di essa, una lastra di marmo con sette volti di teneri angeli che spruzzano nella vasca getti d’acqua (da qui la denominazione popolare “Fonticine“).