T come tuta (e come Thayaht)

Nata a Firenze 101 anni fa

Il cartamodello Modello di Tuta, vestito universale tutto di un pezzo, fu allegato al quotidiano La Nazioneal costo di cinquanta centesimi a fine giugno del 1920. Marketing creativo, pubblicità e vendita, non di un prodotto finito ma del suo progetto.

Così La Nazione illustrò l’abito futurista: “Sopraveste di un solo pezzo con pantaloni e maniche, di robusto cotone o di fibre speciali, indossata da operai, sportivi o persone che svolgono particolari attività” ideata per uomini e ragazzi. Il cartamodello allegato in volantino permette a chiunque ne sappia di cucito di fabbricarsi questo soprabito da solo”.

Per farsi la “tuta” si consigliava di acquistare un taglio tela di cotone, blu o kaki, di m. 4.50 x 0.70 e seguire le dettagliate indicazioni del cartamodello.

A inventare la TUTA era stato Ernesto Michahelles, noto come Thayaht, scultore, pittore, fotografo, disegnatore, architetto, inventore e orafo fiorentino, arruolato da Marinetti nel movimento futurista.

Di ritorno da Parigi – scioccato dall’alto costo dei vestiti – Thayaht immaginò un abito comodo e per tutte le tasche; facile da lavare, stirare, rammendare, robusto quanto basta, pratico per la libertà che lasciava ai movimenti.

Inventò anche il nome Tuta, ispirato dalla lettera T, iniziale del suo nome d’arte, alle cui fattezze s’ispirò per darne forma.

Il successo fu immediato, e fecero della tuta un abito moderno, dinamico e alla portata di tutti, grazie anche alla semplice fattura, al tessuto robusto, la sua linea morbida, la comodità, i colori neutri. 

Tutti in tuta”, si diceva, con un indumento unisex, nuovo, veloce.

La contessa Rucellai lo apprezzò al punto da organizzare nel suo palazzo un ballo-tributo in cui fu obbligatorio indossarla. Non solo, dopo dieci giorni dalla pubblicazione del caramodello, Thayaht invitò i fiorentini a uno straordinario raduno al Piazzale Michelangelo (inventando il primo “flash mob” della storia). Fu un trionfo. Per l’occasione realizzò un filmato memorabile dove, insieme a 100 figuranti in tuta, anche nobili e cittadini comuni, anziani professori e giovani operai, raggiunsero con ogni mezzo il Piazzale Michelangelo e sfilarono sotto al David, indossando tutti la Tuta, vestito universale tutto di un pezzo.