Storie d’amore fiorentine, desideri e finestre aperte

Nel settecentesimo anniversario dalla morte di Dante Alighieri, non possiamo dimenticare la sua storia d’amore, la storia d’amore fiorentina più famosa.

Dante e Beatrice si incontrarono la prima volta quando avevano appena 9 anni. L’incontro avvenne nella chiesa di Santa Margherita dei Cerchi (chiesa dove la famiglia di Beatrice Portinari aveva le sue sepolture) e già solo quel primo incontro bastò a Dante per innamorarsi perdutamente. S’incontrano una seconda volta esattamente 9 anni dopo, ma non bastò l’amore a decidere il loro futuro: Beatrice andrà in sposa a Simone de’ Bardi e per Dante fu stabilito di accasarsi con Gemma Donati.

Ma i riti e le credenze sono più forti della storia e in ricordo di questo grande amore è nato un romantico rito: lasciare un biglietto con una richiesta d’amore in un cestino posto accanto all’altare dove una lapide indica (erroneamente) che là sotto è sepolta Beatrice. Se il biglietto avrà la fortuna di arrivare a segno, i desideri d’amore si realizzeranno.

Un altro luogo da visitare in un ipotetico tour delle storie d’amore fiorentine si trova in Piazza Santissima Annunziata.

Sul lato opposto alla Basilica, all’angolo con via de’ Servi si trova palazzo Palazzo Budini- Gattai – già palazzo Grifoni – poco lontano dalla statua equestre di Ferdinando I de’ Medici il cui sguardo sembra diretto verso una finestra, l’ultima finestra in alto a destra, quella che i fiorentini chiamano “la finestra sempre aperta”.

La leggenda racconta che nel ‘500 lì abitasse una coppia di giovani sposi innamorati: Lisabetta Capponi e Pier Gaetano Grifoni. Poco dopo il loro matrimonio l’uomo partì per la guerra e la giovane sposa gli fece una promessa: “A questa finestra ti aspetterò finché non tornerai a me”.

Così fece rimanendo seduta a ricamare dietro la finestra che guardava la piazza.

L’uomo non fece mai ritorno ma lei sedette ogni giorno a quella finestra fino al giorno della sua morte. Dopo il funerale, non appena la finestra fu chiusa, dentro la stanza si scatenò il putiferio: le fiaccole si spensero, i quadri si staccarono dalle pareti e mobili oggetti cominciarono a volteggiare nella stanza. Riaperta la finestra tutto si quietò.

Lisabetta è sempre lì per salutare il ritorno di Pier Gaetano.