Firenze, parole e musica

Ma quante sono le canzoni dedicate a Firenze? Tante, davvero tante. Proviamo a farne un elenco, non certo definitivo.

La porti un bacione a Firenze

La porti un bacione a Firenze, che l’è la mia città che in cuore ho sempre qui. La porti un bacione a Firenze, lavoro sol per rivederla un dì…

Una lettera d’amore alla città che si è dovuta lasciare per trovare lavoro all’estero, ma che si sogna poter rivedere un giorno e tornare…

Incisa nel 1937 da Odoardo Spadaro, è forse la più famosa tra le canzoni dedicate a Firenze, che ogni fiorentino conosce e ama.

Negli anni Trenta e in quelli dell’immediato dopoguerra Spadaro sfornò una serie di canzoni tutte dedicate o ambientate a Firenze, tutte scritte e musicate da lui, cariche d’ironia e amore, il meglio dello spirito fiorentino (Firenze, Il Cappello di Paglia di Firenze e Rumba fiorentina). L’unica canzone che non porta la sua firma è Sulla carrozzella (1939).

Firenze sogna

Firenze stanotte sei bella in un manto di stelle…

Una canzone dolce e romantica scritta e interpretata da Cesare Cesarini nel 1939. Pianista, compositore cantante melodico, fiorentino d’adozione (era nato sul lago Trasimeno), è diventata famosa perché cantata da grandi interpreti come Carlo Buti e Narciso Parigi, da Claudio Villa che la rese popolare negli anni ’50, e poi anche da Luciano Tajoli, Giuseppe Di Stefano, José Carreras e dal grande Luciano Pavarotti…

Attenzione a non fare confusione con il brano omonimo dei Litfiba, pubblicato nell’album “Terremoto”, nel 1993.

O Fiorentina!

O Fiorentina, di ogni squadra ti vogliam regina…

È del 1926 il brano che (dopo il primo scudetto 1955-56) sarebbe diventato l’inno della squadra di Firenze e della città: “Canzone Viola”, ribattezzata poi “O Fiorentina” di Narciso Parigi, grande tifoso viola. Probabilmente l’inno calcistico più antico e sicuramente il più longevo d’Italia, che non è mai stato cambiato, diventando insieme alla maglia viola uno dei simboli della squadra.

Firenze Santa Maria Novella

I primi pendolari la mattina, quest’anno è forte la tua Fiorentina
la colazione con i bomboloni e guai a chi parla male di Antognoni…

È il brano di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo.Il testo parla della stazione di Firenze che lo specchio della città e serba usi, costumi, pregi e difetti della sua gente.

E conclude: “A Firenze, sulla mia parola, non vedi niente in una volta sola… Firenze Santa Maria Novella è festa, per lui che va, per lei che resta, per un amore che ritornerà .

Firenze (canzone triste)                    

La canzone di Ivan Graziani, risale agli anni ’80, è la storia un triangolo d’amore poco fortunato tra tre giovani che si trovano in città per ragioni di studio, nello sfondo di una Firenze che esalta e amplifica i sentimenti tormentati dei protagonisti.

L’alluvione

Come non ricordare il pezzo tragicomico del 2003 di Riccardo Marasco che con genio arguto racconta la tragedia dell’alluvione di Firenze del 1966.

La canzone inizia con un colloquio tra marito e moglie:

Marito: “O Rosa, ma che l’ha chiuso l’acquaio ieri sera? E sento un gran pisciolio d’acqua!”
Moglie: “A Gesilao, vien via, e tu lo sai è la solita storia: l’è la sora Algisa di’ ppian di sopra, il su’ marito l’è annaho ni’ bagno e lei la fa pisciare i’ figliolo dalla finestra. Sù mi fiori, a Gesilaaao!”

Firenze l’è piccina

Firenze l’è piccina e vista da i’ Piazzale, la pare una bambina vestita a carnevale… Firenze l’è un po’ stretta. E un ci si può atterrare…

Leonardo Pieraccioni di certo non il primo e tantomeno l’ultimo a cantare Firenze in rima, ha composto e interpretato la sua Firenze nel 2007 che, come recita nella canzone, “l’è anche casa mia… ce l’ho sempre davanti anche quando vado via… Firenze non cambiare che dopo non ci piaci… rimani piccolina noi ti si porta i baci…” riferendosi, per chiudere il cerchio, ai baci che Spadaro mandava a Firenze e ai fiorentini.