Le uova, le sorprese e l’ingegno!

Sorpresa! Bella o brutta (più facile sia bruttina e inutile, se non è un regalo che qualcuno vi ha fatto) la sorpresa nell’uovo di Pasqua è un bel motivo per regalare e per farsi regalare un uovo di cioccolata.

Già, ma perché un “uovo”?

Un simbolo importante, una forma perfetta che racchiude una nuova vita.

Già nei tempi più remoti l’uovo simboleggiava la rinascita della natura, il passaggio dall’inverno alla primavera. Con il cristianesimo l’uovo diviene il simbolo della rinascita di Gesù.

Fin dal Medioevo invece c’era l’usanza, di regalare uova a Pasqua, e di portare le uova in chiesa per essere benedette.

Uova sode di gallina (ma anche di quaglia e faraona), assenti per tutta la Quaresima, finalmente riapparivano sulla tavola.

Per le prime uova di cioccolato bisogna aspettare Luigi XIV che, a inizio ‘700, fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte.

Quelle preziose di Fabergé furono le prime a contenere la sorpresa, anche se c’è chi dice che dalle parti di Torino, molto prima, c’era l’usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato.

Ma per noi fiorentini (che ci vantiamo di aver fatto tutto “per primi”) la sorpresa dentro l’uovo è ininfluente, la vera sorpresa, la trovata d’ingegno (quello che si dice “l’uovo di Colombo”), è quella di far stare l’uovo in piedi. E, no, non è stato Colombo a farlo per primo, bensì il ‘nostro’ Filippo Brunelleschi, architetto, ingegnere e maestro in ogni forma d’arte. Il Vasari ci racconta l’aneddoto:

per mostrare come la cupola potesse stare in piedi, preso quindi un uovo, tutti i maestri intorno provarono a farlo stare ritto, ma nessuno ci riuscì. Toccando infine a Filippo di mostrare se vi riusciva, egli lo prese e datogli un colpo sul culo sul piano di marmo, lo fece star ritto”.

La saggezza popolare, infine, ci rammenta che “uovo di un’ora, pane di un giorno, vino di un anno…” sono il meglio che si possa avere a tavola nei giorni di Pasqua e Pasquetta, e non solo.