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Quando Firenze fu Capitale… e si trasformò

Il 18 novembre 1865 segna una data storica per la città di Firenze e per l’Italia.

In questa giornata, per la prima volta, il Parlamento del Regno d’Italia si riunì nel Salone dei Cinquecento, all’interno del Palazzo Vecchio, simbolo del potere e della cultura fiorentina.

 

Firenze Capitale inizia così, e anche se andò avanti per soli sei anni, dal 3 febbraio 1865 al 30 giugno 1871, fu una parentesi di una storia più ampia, la storia di Firenze Capitale si inserisce in quella della nascita del Regno d’Italia e del suo espandersi nelle relazioni internazionali dell’Europa dell’epoca.

La città fu, in qualche modo, sconvolta, così come lo furono i fiorentini: circa 30.000 persone si trasferirono a Firenze nel giro di un anno (burocrati, personale di corte e varie mansioni che si svolgono dove si trova il centro politico di uno Stato), ma anche commercianti e negozi legati quelle attività o ad esse di contorno. Questo cambiamento, non salutato certo con serenità da tutti i fiorentini, portò a cambiamenti molto importanti nel tessuto urbano della città, inaugurando il così detto periodo del “risanamento di Firenze”.

La Camera dei Deputati fu insediata a Palazzo Vecchio, così come il ministero degli Esteri; il Senato fu invece collocato negli Uffizi. La Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Interno furono allestiti a palazzo Medici Riccardi. Il Ministero dei Lavori Pubblici si insediò nel convento di Santa Maria Novella mentre il ministero dell’Istruzione si sistemò nell’ex convento di San Firenze.

Vennero costruite nuove abitazioni per gli impiegati statali, venne creato il Campo di Marte per le attività militari, e vennero avviati lavori idraulici per il contenimento dell’Arno. Le Cascine, all’epoca usate per allevamento di animali e per le esercitazioni militari, si trasformano in un parco.

 

Sull’esempio urbanistico delle maggiori capitali europee, ci fu l’esigenza di cambiare volto alla città medievale, attraverso l’opera dell’architetto e urbanista fiorentino Giuseppe Poggi.

Il lavoro più rilevante fu l’abbattimento delle antiche mura, sul modello di Parigi e di Vienna, con la realizzazione di viali di circonvallazione, e il perfezionamento del Viale dei Colli che portava a San Miniato e al Piazzale Michelangelo, concepito come una vera e propria terrazza sulla città.

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