Secondo quanto riportano gli storici dell’arte il dipinto noto in tutto il mondo come “la Gioconda” ritrarrebbe una nobildonna di Firenze, Lisa Gherardini, moglie del nobile mercante Francesco Del Giocondo.
L’opera è conosciuta anche con il nome di Monna Lisa: in questo caso il riferimento è al nome Lisa e “Monna” è il diminutivo di “Madonna”, traducibile come “Signora”.
Lisa Gherardini nacque a Firenze il 15 giugno 1479, e il 5 marzo 1495, sposò Francesco del Giocondo. Nel 1503 acquistarono una casa in via della Stufa e nello stesso anno Leonardo da Vinci, su commissione di Francesco, cominciò a dipingere il ritratto di Lisa in quella casa, proprio qui dietro a Zà Zà.
La Gioconda è forse il ritratto più famoso al mondo, un quadro leggendario, dipinto da Leonardo da Vinci, su una tavola di legno di circa 77 cm per 53, ed esposto al museo del Louvre a Parigi. Fu lo stesso Leonardo a portare “Monna Lisa” in Francia nel 1516 dove il quadro fu venduto, per circa quattromila ducati d’oro, all’allora re di Francia Francesco I.
Nei secoli successivi, l’opera fece parte delle collezioni dei reali francesi – con Luigi IV che la portò nella reggia di Versailles – per poi essere esposta al Louvre dopo la Rivoluzione Francese.
Il furto de La Gioconda
Nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 agosto 1911, giorno di chiusura del museo, la Gioconda venne rubata da un ex impiegato del Louvre, l’italiano Vincenzo Peruggia, credendo che fosse stato Napoleone a portarla in Francia, per “riportarla in Italia”. La Gioconda rimase con lui per oltre due anni, fino a che provò a venderla a un antiquario di Firenze. Un clamoroso passo falso visto che venne subito arrestato.
Recuperato il quadro e approfittando del clima amichevole che allora regnava nei rapporti tra Italia e Francia, il dipinto venne esposto in tutta Italia; prima a Firenze, agli Uffizi poi a Roma all’ambasciata di Francia di Palazzo Farnese e alla Galleria Borghese, infine a Milano alla Pinacoteca di Brera prima del rientro in Francia.
La Monna Lisa passò trionfalmente il confine a Modane su un vagone speciale delle Ferrovie Italiane, accolta in pompa magna dalle autorità francesi. Arrivò poi a Parigi dove, l’attendevano il Presidente della Repubblica e tutto il governo, prima di rientrare definitivamente al Louvre.