Un francese alla corte dei Medici

Jean de Boulogne, detto ‘Giambologna’.

Sono sparse in ogni angolo di Firenze, le opere di Jean de Boulogne, il Giambologna, nato nelle Fiandre, morì a Firenze il 13 agosto 1608. L’amore per l’arte lo portò prima ad Anversa e poi a Roma dove incontrò Michelangelo. Per vederle tutte le sue opere dobbiamo organizzare un itinerario che va da Boboli, passando per Piazza della Signoria, fino a piazza SS. Annunnziata. Al centro di uno dei punti più suggestivi di tutto il Giardino di Boboli c’è una grande vasca con un isolotto, e proprio al centro dell’isolotto, la splendida Fontana dell’Oceano.
In Piazza della Signoria, prima di entrare nella Loggia dei Lanzi, diamo un po’ di attenzione alla maestosa statua equestre di Cosimo I de’ Medici, anche se è sotto la Loggia dei Lanzi che troviamo le due sculture più famose di Giambologna a Firenze. Il Ratto delle Sabine,  una splendida scultura in grado di offrire una perfetta visuale dei componenti il gruppo da ogni punto di osservazione; accanto un altro gruppo marmoreo, quello di Ercole e il centauro Nesso. All’interno del Museo del Bargello troviamo la statuetta di Mercurio volante. In una delle nicchie esterne della chiesa di Orsanmichele si trova la copia della statua di San Luca, una delle quattordici opere dei protettori delle Arti di Firenze.
Le api della fortuna
La grande statua equestre di Ferdinando I de’ Medici si vede quasi da Piazza del Duomo: entrando in via de’ Servi, sembra incorniciata dall’arco del portico della chiesa di piazza Santissima Annunziata, sul basamento è ben visibile una targa in bronzo con uno sciame di api, perfettamente disposte in una serie di cerchi concentrici, con l’ape regina al centro. Le api sono un’allegoria del potere fiorentino: l’ape regina rappresenta il Granducato stesso, mentre le api operaie sono i fiorentini, laboriosi e leali verso il potere costituito.
Contare le api in bronzo è uno dei giochi preferiti dei piccoli fiorentini, sfidati dagli adulti a contarle almeno due volte di seguito. Infatti è praticamente impossibile calcolarne esattamente il numero, perché la disposizione delle api fa perdere il conto.
Leggenda vuole che chi riesce a contarle a occhi chiusi, verrà toccato dalla fortuna.